Edoardo VIII d’Inghilterra

1841 - 1910

Edoardo VIII d’Inghilterra
Nazione: Inghilterra

ID: 2126

Edoardo VII (Albert Edward; Londra, 9 novembre 1841 – Londra, 6 maggio 1910) fu re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, re dei Dominion britannici e imperatore d’India dal 22 gennaio 1901 fino alla sua morte.

Figlio della regina Vittoria si trovò a gestire l’impero coloniale più grande del pianeta, compito che la fine della seconda guerra anglo-boera (1902) gli rese meno gravoso, ma che si complicò con il riarmo navale della Germania.

Contribuì a riavvicinare il Regno Unito agli Stati Uniti, alla Russia, all’Italia e alla Spagna. Assunse anche delle iniziative di politica internazionale autonome e, coadiuvato dal ministro degli Esteri Lansdowne, concorse in modo decisivo alla stipula dell’Entente cordiale con la Francia (1904).

Mantenne più che buoni i rapporti con gli Asburgo, ma nel 1908 contestò apertamente la decisione austriaca di annettersi la Bosnia ed Erzegovina (Crisi bosniaca). Fece di tutto per conciliare le misure politiche contro il riarmo tedesco e conservare buoni i rapporti con il nipote l’imperatore di Germania Guglielmo II.

Per le sue capacità diplomatiche fu soprannominato Peacemaker (in italiano: il “Pacificatore”). Per le sue parentele con diversi monarchi d’Europa, per cui risultava zio (naturale o acquisito) dello zar Nicola II di Russia, del kaiser Guglielmo II di Germania e di re Alfonso XIII di Spagna, fu soprannominato Uncle of Europe (in italiano: lo “zio d’Europa”).

La famiglia e la gioventù (fino al 1863)

Edoardo, a destra, e il fratello Alfred nel 1855.
Edoardo, a destra, e il fratello Alfred nel 1855.

Edoardo nacque il 9 novembre 1841 a Londra, a Buckingham Palace. Sua madre era la regina Vittoria, l’unica figlia del principe Edoardo Augusto, e nipote del re Giorgio III. Suo padre era il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, cugino di primo grado e consorte di Vittoria. La coppia aveva già avuto una figlia, Vittoria Adelaide.

Il neonato fu battezzato Alberto Edoardo nella Cappella di San Giorgio del Castello di Windsor, il 25 gennaio 1842. A testimonianza delle origini germaniche sia del padre che della madre, quattro dei sei fra padrini e madrine erano tedeschi, fra cui re Federico Guglielmo IV di Prussia; i rimanenti due erano inglesi, benché appartenenti alla casata degli Hannover.

Oltre al titolo di Principe di Galles, tradizionalmente assegnato all’erede la trono, Alberto Edoardo ricevette diversi altri titoli oltre al nomignolo di Bertie, diminutivo di Albert, il primo nome che da adulto rifiuterà.

Governanti e precettori del principino furono inglesi, ma essi non erano che i mezzi di un sistema educativo ideato da tedeschi. Edoardo, infatti, secondo le volontà del padre Alberto doveva essere allevato come un Coburgo. Compito non facile poiché, al contrario dei fratelli Vittoria Adelaide e Alfred, l’erede al trono si dimostrò «incredibilmente restio all’apprendimento».

I primi viaggi in Europa

L’infanzia di Edoardo fu probabilmente grigia. I pochi momenti luminosi iniziarono durante l’adolescenza e provennero dall’estero. La prima delle esperienze di questo genere fu la settimana che egli trascorse tra il 20 e il 27 agosto 1855, all’età cioè di quasi 14 anni, a Parigi. La regina Vittoria e il suo erede furono festeggiatissimi, grazie anche all’alleanza con Napoleone III appena conclusa e alla comune partecipazione contro la Russia nella guerra di Crimea. Edoardo intervenne al ballo di corte a Versailles, rese omaggio alla tomba di Napoleone e partecipò ad una battuta di caccia al cervo nella foresta di Saint-Germain. Ne riportò un ricordo sicuramente molto piacevole[5].

Edoardo si vide concedere ben presto permanenze all’estero più lunghe. Il 26 luglio 1857, ad esempio, insieme ad un gruppo di coetanei selezionato, partì per Königswinter, sul Reno, in Prussia. Da quella località si spostò a Johannisberg (Geisenheim), dove fu ospite dell’ottantaquattrenne principe di Metternich. Da qui, insieme agli amici, andò in Svizzera da dove raggiunse i contrafforti del Monte Bianco. Più a est valicò il passo della Grosse Scheidegg e, infine, prese la strada di casa. Edoardo e il suo gruppo tornarono in patria sbarcando a Dover il 27 ottobre 1857.

Il viaggio successivo lo portò in Italia e nel Mediterraneo e si svolse nei primi sei mesi del 1859. Accompagnato da due ufficiali e dal suo insegnante di latino, Edoardo partì per Roma il 10 gennaio. Giunti nella capitale dello Stato Pontificio visitò, senza molto entusiasmo, i monumenti classici, i musei e le chiese principali. Partecipò alla festa popolare di mezzaquaresima e due volte la settimana andava all’opera, dove prediligeva Verdi e Bellini. Durante il periodo romano del viaggio, che si protrasse fino alla fine di aprile, fu anche ricevuto da Pio IX. Tre settimane più tardi Edoardo ricevette la più alta onorificenza del Regno di Sardegna (che con Francia e Gran Bretagna aveva partecipato alla guerra di Crimea), il collare dell’Annunziata. Durante il viaggio di ritorno si incontrò con il cugino, re Pietro V del Portogallo.

Il viaggio in America del nord

Dopo aver frequentato per un breve periodo il Christ Church College di Oxford, Edoardo fu inviato, a quasi 19 anni, nella grande colonia britannica del Canada e negli Stati Uniti. Nel 1860 fu un evento senza precedenti: mai un erede al trono era stato oltre atlantico. Passato il confine tra Canada e USA il 20 settembre, il principe ereditario ricevette dalla madre il titolo di Barone di Renfrew. Visitò Detroit, Chicago, Cincinnati, Pittsburgh, St. Louis, Baltimora e Washington dove arrivò il 3 ottobre e dove fu ospite alla Casa Bianca. Visitò la tomba di George Washington e partì per New York, tappa finale e punto culminante del viaggio.

A New York ebbe un’accoglienza euforica, così come l’aveva avuta a Saint Louis, e il 12 ottobre partecipò al gran ballo in suo onore alla New York Academy of Music.
Il risultato del viaggio fu importante, poiché Edoardo sul piano politico contribuì a riavvicinare i due Paesi e su quello individuale apparve per la prima volta come una personalità internazionale.

Lo scandalo di Curragh e il matrimonio

Nel 1861 Edoardo fu mandato per dieci settimane al campo militare di Curragh, nella contea di Kildare (Irlanda), affinché allargasse le sue conoscenze in campo militare. In questa occasione ebbe una fugace relazione con un’attrice dublinese, Nellie Clifden. La notizia trapelò e fece scandalo a corte, soprattutto nella famiglia del padre. Costui, il 25 novembre, probabilmente già malato della patologia che di lì a poco lo avrebbe ucciso (febbre tifoide), si recò a Cambridge per incontrarsi con il figlio che seguiva le lezioni al Trinity College. Il principe Alberto discusse con Edoardo della sua “abiezione morale”. Fu l’ultima occasione in cui i due si parlarono, poiché dopo quest’incontro Edoardo rivide il padre una sola volta, a tre settimane di distanza, sul letto di morte del castello di Windsor.

Lo scandalo di Curragh sollecitò a corte il problema del matrimonio del Principe di Galles. L’aspirante fidanzata doveva rispettare i seguenti requisiti: non essere cattolica, appartenere ad un regno con il quale la Gran Bretagna aveva buoni rapporti, essere elegante e piacere a Edoardo. Dopo un’estenuante ricerca la scelta cadde su Alessandra di Danimarca, per la quale c’era solo la difficoltà che il Paese dal quale proveniva non aveva buoni rapporti con la Prussia, e la Germania era la terra di origine di tutti i reali inglesi (dopo qualche anno sarebbe, infatti, scoppiata la Seconda guerra dello Schleswig fra Danimarca e Prussia).

La regina Vittoria, tuttavia, si accontentò e Edoardo vide per la prima volta Alessandra, figlia maggiore di re Cristiano IX di Danimarca, nel settembre 1861. L’occasione fu una visita combinata alla cattedrale di Spira, nel territorio della Baviera occidentale. Un anno dopo Edoardo e Alessandra erano fidanzati ufficialmente. Le nozze furono celebrate il 10 marzo 1863, nella cappella di San Giorgio del castello di Windsor.

La vita in Inghilterra

Alessandra era sorella di Dagmar, che nel 1866 sposerà l’erede al trono di Russia, il futuro Alessandro III. Edoardo, quindi, era cognato di quest’ultimo e sarà zio dell’ultimo Zar, Nicola II. La sorella maggiore di Edoardo, Vittoria Adelaide, aveva intanto sposato nel 1858 il futuro imperatore di Germania, Federico Guglielmo. La coppia l’anno dopo aveva avuto il primo figlio, Guglielmo, che sarà l’ultimo imperatore tedesco. Anche di quest’ultimo Edoardo era zio. Per queste ed altre parentele, Edoardo VII fu detto lo “zio d’Europa”.

La coppia dei principi di Galles designò Marlborough House, a Londra, come loro palazzo di rappresentanza, mentre la vera loro dimora finì con l’essere Sandringham House, nel Norfolk. A Londra Edoardo dimostrò subito la sua originalità promuovendo la fondazione del circolo di Marlborough che diventò uno dei club più anticonformisti della capitale. Il Principe di Galles praticava la caccia e gli sport nautici, ma fu la sua inclinazione per le corse di cavalli, aborrita dalla regina Vittoria, che lo avvicinò alle masse degli inglesi.

A neanche un anno dal matrimonio, l’8 gennaio 1864, alla coppia dei principi di Galles nacque, prematuramente, il loro primo figlio: Alberto Vittorio Cristiano Edoardo, che più tardi divenne duca di Clarence e che morì di polmonite nel 1892. A breve distanza l’uno dall’altro nacquero gli altri cinque figli. Il secondogenito fu Giorgio Federico Ernesto Alberto, nato il 3 giugno 1865 che diventerà re Giorgio V; poi fu la volta della principessa Luisa, nata il 20 febbraio 1867, della principessa Vittoria, nata il 6 luglio 1868, della principessa Maud, nata il 26 novembre 1869, e di Alessandro Giovanni che, nato il 6 aprile 1871, sopravvisse un solo giorno.

Il principe di Galles e l’Europa

Edoardo al contrario dei suoi predecessori amava viaggiare, preferendo a tutte le mete Parigi.
Edoardo al contrario dei suoi predecessori amava viaggiare, preferendo a tutte le mete Parigi.

Tranne che in particolari circostanze Edoardo ebbe sempre una spiccata simpatia per la Francia e, nonostante le sue origini, una certa antipatia per la Germania. Già nel 1866, quando aveva solo 24 anni, di fronte alla guerra austro-prussiana, si schierò con l’Austria. Nei confronti invece dei governanti repubblicani della Francia, tranne che all’inizio della Terza Repubblica, conservò sempre un senso di rispetto e a partire dal 1879 ebbe numerosi incontri non ufficiali con Léon Gambetta.

Edoardo si recò a più riprese in Austria, che visitò fra il 1873 e il 1888 tre volte quasi solo per diletto e per la simpatia che gli suscitava il popolo ungherese.

I contatti con la Russia

Al contrario della Francia, che frequentava spesso, Edoardo ebbe contatti con la Russia più intermittenti. Nell’ottobre 1866 si recò a San Pietroburgo per il matrimonio della cognata Dagmar di Danimarca con il futuro zar Alessandro III. In quella occasione, in una lettera al primo ministro britannico Palmerston, scrisse: «Sarei più che lieto di essere, non importa in quale modo, il promotore di un entente cordiale tra la Russia e il nostro paese […]». Affermazione sorprendente se si considera lo stato

Nel 1888 nacque una disputa tra Edoardo (nella foto) e Guglielmo II di Germania su questioni di etichetta.
Nel 1888 nacque una disputa tra Edoardo (nella foto) e Guglielmo II di Germania su questioni di etichetta.

di perenne tensione dei due imperi sul fronte dell’Asia centrale (“Grande gioco”).

La successiva occasione di viaggio in Russia si presentò nel 1881, a causa dell’assassinio di Alessandro II. Edoardo insistette per rappresentare la regina Vittoria, sia ai funerali del vecchio Zar, che alle cerimonie di incoronazione del successore Alessandro III. Fu irremovibile, inoltre, nella decisione di assegnare al nuovo imperatore russo la più alta onorificenza britannica: l’Ordine della Giarrettiera.

Scomparso Alessandro III nel 1894 a soli 49 anni, Edoardo tornò in Russia dove il successore Nicola II, oltre ad essere figlio di sua cognata, era anche fidanzato con una sua nipote: Alice d’Assia. Ciò significava che i legami dinastici tra i due Paesi si sarebbero rafforzati. In quella occasione il principe di Galles (in accordo con il governo di Lord Rosebery) non mancò di fare tutto il possibile per dimostrare amicizia e stima a Nicola II. Nonostante ciò il processo politico di avvicinamento fra i due imperi finì con l’essere molto lento. Edoardo aveva comunque dato un rilievo alla proprio ruolo e, agli elogi attribuitigli dalla stampa russa, si unì l’entusiastico benvenuto con il quale fu accolto a Londra al rientro. Il primo ministro Rosebery dichiarò che Edoardo aveva «reso un segnalato servizio» non soltanto all’Inghilterra, ma anche «alla Russia e alla pace mondiale».

L’ascesa al trono

Il 22 gennaio 1901, dopo un regno di 63 anni, l’anziana regina Vittoria morì. Per il sessantenne principe Edoardo era venuto il momento di regnare. Il mese dopo la sorella Vittoria Adelaide si trovò sul punto di morire e Edoardo intraprese il primo viaggio da monarca imbarcandosi il 23 febbraio per la Germania (Vittoria Adelaide era la madre di Guglielmo II). Sbarcato nei Paesi Bassi, il viaggio sulla terraferma non andò bene, dato che il treno di Edoardo fu fatto segno di slogan antibritannici lungo il percorso. Al castello di Friedrichshof il re d’Inghilterra trovò la sorella mortalmente malata di cancro. Dopo un breve soggiorno durante il quale non gradì la continua presenza di Guglielmo, Edoardo lasciò Vittoria Adelaide con la notizia che le rimaneva al massimo un anno di vita. La sorella morì, infatti, improvvisamente il 5 agosto 1901, lontana dal fratello che non poté essere avvisato in tempo dell’aggravarsi delle sue condizion.

In campo internazionale, invece, il nuovo re fu confortato dalla buona notizia della fine della guerra anglo-boera. Quanto alla cerimonia d’incoronazione, Edoardo avrebbe dovuto aspettare il 26 giugno 1902 ma, un’operazione di appendicite acuta alla quale fu sottoposto, posticipò l’evento fino al 9 agosto. A dispetto del suo anticonformismo il nuovo monarca amava il cerimoniale solenne in sé, e per tutto ciò che simboleggiava la monarchia; ciò nondimeno le celebrazioni si svolsero in toni più sobri rispetto a quanto previsto per giugno.

Il viaggio a Lisbona, Roma e Parigi (1903)

A Lisbona

Lo yacht reale, il Victoria and Albert, salpò per il Portogallo da Portsmouth il 31 marzo 1903 e fu avvistato dalla costa portoghese poco dopo mezzogiorno del 2 aprile. Sbarcato, Edoardo fu accolto da re Carlo I, con il quale si recò al Palácio das Necessidades a Lisbona. Il 4 aprile fu ricevuto alla Società Geografica della capitale nel migliore dei modi e quando nel suo discorso annunciò: «L’integrità e la salvaguardia [delle colonie portoghesi minacciate dalla Germania] è uno dei fini e degli obiettivi che più mi stanno a cuore» un’ovazione si alzò dal salone impedendogli per diversi minuti di continuare.

Il 6 aprile Edoardo assistette allo spettacolo di una corrida allestita appositamente per lui e la mattina dopo si imbarcò con il suo seguito sul Victoria and Albert che ridiscese l’estuario del fiume Tago.

A Roma

Una stampa italiana dell’epoca che ricorda l’incontro di Edoardo VII (a destra) con Vittorio Emanuele III a Roma nel 1903.
Una stampa italiana dell’epoca che ricorda l’incontro di Edoardo VII (a destra) con Vittorio Emanuele III a Roma nel 1903.

Dopo aver fatto scalo a Gibilterra, Malta, Siracusa e Napoli (23 aprile), Edoardo raggiunse in treno Roma, la capitale di una delle nazioni che con Germania e Austria facevano parte della Triplice alleanza. Ad accoglierlo alla stazione, re Vittorio Emanuele III con un nutrito gruppo di aristocratici. Fu probabilmente Canuto I che per ultimo fra i sovrani d’Inghilterra, nel 1027, si era recato a Roma.

Quel giorno di fine di aprile del 1903, Edoardo VII iniziò la sua permanenza nella capitale d’Italia percorrendo Via Nazionale pavesata con i colori e i simboli delle due nazioni. Il giorno dopo, al Quirinale, pronunciò un brindisi spontaneo. Rivolto a Vittorio Emanuele III disse:

« Entrambi amiamo la libertà e le libere istituzioni… e siamo avanzati insieme lungo le strade della civiltà e del progresso… Non sono trascorsi molti anni da quando ci battevamo fianco a fianco e sebbene io nutra fiducia che non si presenteranno altre necessità di combattere, sono sicuro che saremo sempre solidali per la causa della libertà e della civiltà… »

Fu tuttavia il pomeriggio del 28 aprile che il re inglese mise a segno il suo colpo migliore. Durante una passeggiata in carrozza, che aveva lo scopo di consentire alla folla la vista dei sovrani e all’ospite di ammirare le antichità romane, questi fece fermare il corteo e scese: erano di fronte a Porta Pia e Edoardo VII si era scoperto il capo. Vittorio Emanuele III, commosso, scese anch’egli e gli si mise al suo fianco sull’attenti.

Dopo una disputa telegrafica con il primo ministro Balfour su come e se rendere una visita al papa, Edoardo si recò in Vaticano il pomeriggio del 29 aprile 1903. Ottenne di non sottostare al gesto del bacio dell’anello piscatorio e l’anziano Leone XIII adattò il protocollo pontificio fino a stringere la mano a tutti i componenti del seguito del sovrano. L’incontro andò molto bene e il Papa ringraziò in particolare l’interlocutore per il trattamento di cui i cattolici godevano in Inghilterra.

Il pomeriggio seguente, la visita di Edoardo VII in Italia (che durò quattro giorni) si concluse con l’abbraccio a Vittorio Emanuele III sul marciapiede della stazione Termini. Il giorno dopo la stampa italiana pubblicò, unanime, commenti elogiativi ed entusiasti.

A Parigi

Il 1º maggio 1903, il treno di Edoardo VII fece il suo ingresso a Parigi. Accolse l’ospite il presidente della Repubblica francese Émile Loubet. Lungo tutto il percorso del corteo le strade riboccavano di folla desiderosa di vedere la sfilata delle carrozze. Giunto all’Eliseo, Edoardo ricevette gli omaggi di una delegazione della Camera di commercio britannica[. In quella occasione tenne un discorso in cui fra l’altro disse:

« Confido che il periodo conflittuale fra i nostri due Paesi sia ormai felicemente concluso… L’Inghilterra e la Francia possono essere considerate paladine e pioniere del progresso pacifico e della civiltà […] La Divina Provvidenza ha voluto che la nazione a noi più prossima sia la Francia e, spero, la nostra migliore amica, ora e sempre. Non vi sono altri due Paesi al mondo la cui reciproca prosperità sia più interdipendente. »

Concluse con un appello affinché si eliminassero tutte le cause di dissenso sostituendole con un sentimento di cordiale solidarietà e aggiunse: «Il conseguimento di questo obiettivo è il mio immancabile desiderio».

In due giorni Edoardo assistette ad uno spettacolo alla Comédie-Française, ad una parata militare al campo di Vincennes e ad una corsa ippica a Longchamp. Al municipio dichiarò di sentirsi a Parigi come a casa sua e il 2 sera nella sala delle feste dell’Eliseo sedette a tavola con altri 125 commensali. Terminata la cena, si recò all’Opera dove assistette ad uno spettacolo di gala di musiche e balletti. All’uscita fu accolto con il presidente Loubet da una densa folla e la sfilata di carrozze di mezzanotte fino all’ambasciata inglese fu un corteo trionfale.

Il giorno seguente, domenica, Edoardo VII si recò a pranzo al ministero degli Esteri francese, al Quai d’Orsay, dove si incontrò con il ministro Théophile Delcassé, fra i maggiori sostenitori del riavvicinamento anglo-francese. Lo scambio di vedute non si limitò ai rapporti politici fra Londra e Parigi e al modo per tradurli in amicizia concreta, ma esaminò anche il progetto di includervi la Russia. Dopo l’ultimo bagno di folla, Edoardo lasciò Parigi in treno il 4 maggio 1903 per Cherbourg dove si imbarcò per l’Inghilterra.

Il matrimonio di Vittoria Eugenia

Dopo aver contribuito a migliorare i rapporti del Regno Unito con Stati Uniti (da Principe di Galles), Portogallo, Italia e Francia, Edoardo trovò il modo di perfezionare
anche le relazioni con la Spagna.

Il Re oltre a compiere numerosi viaggi a Parigi, elesse due località europee a corti secondarie. La prima era Marienbad (oggi Mariánské Lázně), in Austria-Ungheria, e la seconda era Biarritz in Francia meridionale, sulla costa atlantica, al confine con la Spagna. A partire dal 1906 si recò in quest’ultima località tutti gli anni per un soggiorno di almeno tre settimane, di solito nel periodo compreso fra i primi di marzo e i primi di aprile[.

Poco più a sud di Biarritz cominciava, fra le asperità dei Pirenei, il territorio della Spagna che era governato dal giovane re Alfonso XIII, il quale, nonostante la sua cultura cattolica, desiderava sposare un’inglese. A differenza del Portogallo, che era saldamente ancorato alla Gran Bretagna, la Spagna avrebbe potuto schierarsi con la Germania e la scelta di Alfonso avrebbe potuto influire il corso della diplomazia di Madrid.

Ad un ballo organizzato per lui a Buckingham Palace, il Re di Spagna si innamorò della principessa Vittoria Eugenia di Battenberg (nata in Scozia), figlia di Beatrice di Sassonia-Coburgo-Gotha, sorella minore di Edoardo. Poiché la principessa rimase anch’essa favorevolmente colpita, si pensò al luogo e al modo atti a favorire il fidanzamento. La scelta cadde su Biarritz che Edoardo già frequentava e dove Vittoria Eugenia vi giunse all’inizio del 1906 per rimanerci quanto serviva a decidere se diventare o meno regina di Spagna. Alfonso, passando il vicino confine, la raggiungeva quasi tutti giorni. Il fidanzamento fu annunziato il 9 marzo, e le nozze furono celebrate a Madrid il 31 maggio 1906.

Edoardo VII si adoperò con tutte le sue forze per favorire, dietro le quinte, il matrimonio, mirando al successo diplomatico che in effetti la Gran Bretagna ottenne con l’unione delle due dinastie.

L’ultimo periodo

I sovrani convenuti a Londra alle esequie di Edoardo VII.
I sovrani convenuti a Londra alle esequie di Edoardo VII.

All’inizio del 1910, come ogni anno, Edoardo VII si recò a Biarritz. Il 14 marzo venne annunciato che il re sarebbe rimasto nel suo appartamento per consiglio del medico personale. Si trattava di bronchite. Il 21 marzo Edoardo ricomparve per un’escursione in automobile e il 25 aprile partì in treno per Parigi, da dove avrebbe proseguito per Londra.

Giunto a Londra dovette occuparsi della nomina del nuovo viceré dell’India e affrontare la crisi politica che derivò dal tentativo di Asquith di ridurre il potere della Camera dei Lord. Fra il 30 aprile e il 1º maggio a Sandringham la bronchite lo colpì ancora. Nei giorni seguenti, a Londra, rifiutò di riposarsi e incontrò l’ambasciatore americano Whitelaw Reid (1837-1912) che notò la forte tosse.

La sera del 5 maggio il Paese seppe che il re era stato colpito da una bronchite e che «le sue condizioni suscitavano qualche preoccupazione». Da quel momento il peggioramento fu rapido. Un bollettino diramato la mattina dopo riportava che le condizioni di Edoardo erano gravi, e nel pomeriggio un terzo bollettino le definiva critiche. I medici perdettero ogni speranza e la regina Alessandra provvide a far entrare nella stanza del marito gli amici che desideravano vederlo e che lui desiderava vedere, fra cui Alice Keppel. Edoardo VII morì quello stesso 6 maggio 1910, quando mancavano 15 minuti alla mezzanotte. Aveva 68 anni e mezzo.

Ai funerali solenni, che si svolsero il 20 maggio, intervennero oltre al nuovo re del Regno Unito e nuovo imperatore d’India Giorgio V altri otto monarchi, tutti parenti di Edoardo.

Ascendenza

edoardo VII