Mirabeau Honoré Gabriel Riqueti

1749 - 1791

Mirabeau Honoré Gabriel Riqueti

ID: 4077

Autografi

Honoré Gabriel Riqueti conte di Mirabeau (Le Bignon-Mirabeau, 9 marzo 1749 – Parigi, 2 aprile 1791) è stato uno scrittore, diplomatico, rivoluzionario, agente segreto e uomo politico francese.

Biografia

Un aristocratico liberale sotto l’Ancien Régime

Figlio maggiore di Victor Riqueti, marchese di Mirabeau, economista di fama, e di Marie-Geneviève de Vassan, fu caratterizzato da una “bruttezza grandiosa e folgorante”. Nacque con un piede storto, due grandi denti e soprattutto una testa enorme, cosa che fece pensare che fosse idrocefalo. All’età di tre anni fu sfigurato da vaiolo mal curato. La sua infanzia fu segnata dalla severità di suo padre.

Dopo aver partecipato alla campagna di Corsica negli anni 1768-1769, sposò Émilie, figlia del potente marchese de Marignane, con la quale ebbe un figlio morto da piccolo. Sua moglie chiese la Separazione dei corpi nel 1782 e fu assistita da quello che sarebbe divenuto uno degli estensori del Codice napoleonico: Jean-Étienne-Marie Portalis. Mirabeau, avvocato egli stesso, si difese da sé in questo divorzio che suscitava scandalo; perse tuttavia la causa, serbando in seguito un eterno rancore verso Portalis.

Per sottrarlo ai creditori suo padre lo fece rinchiudere diverse volte nel castello di Vincennes e infine esiliare nel castello di Joux, nel dipartimento del Doubs, da dove fuggì nei Paesi Bassi con Sophie de Ruffey, moglie del marchese de Monnier, il presidente della Corte dei conti di Dole. Mirabeau fu condannato a morte in contumacia, poi catturato, estradato e imprigionato nel castello di Vincennes dal 1777 al 1780. Vi scrisse delle lettere, pubblicate dopo la sua morte con il titolo di Lettere a Sophie, capolavoro della letteratura di passione, e un virulento libello contro l’arbitrarietà della giustizia del suo tempo, Des lettres de cachet et des prisons d’État (Sulle lettre de cachet e le prigioni di Stato). Fu anche redattore del Journal l’Apocalypse.

Piatto commemorativo della morte di Mirabeau. 1791 circa, Museo Carnavalet, Parigi.

La Rivoluzione francese

Al Panthéon è rimasta questa statua di Mirabeau, ma non la salma che, come è noto, è stata riesumata

Il 7 maggio 1789 il giornale pubblicato dal 2 maggio da Mirabeau (il Courrier de Provence) venne sequestrato e fu emessa un’ordinanza di divieto a pubblicare le cronache delle sessioni degli Stati generali. Mirabeau non ne tenne conto e continuò a pubblicarli, insieme ad analisi sulle questioni politiche all’ordine del giorno, prima con la testata di Lettres du comte Mirabeau à ses commettants dal 10 maggio al 25 luglio 1789, poi con la testata Courrier de Provence, che continuò le pubblicazioni anche dopo la morte di Mirabeau, cessandole il 30 settembre 1791.

Mirabeau uscì da Vincennes e si presentò in Provenza alle elezioni degli Stati generali del 1789. Respinto dalla nobiltà, pubblicò un duro discorso indirizzato ai nobili provenzali. Fu quindi nominato dal Terzo Stato, a Aix-en-Provence e a Marsiglia. Rapidamente divenne uno dei più energici oratori dell’Assemblea Nazionale. La difficoltà della monarchia causò il suo mutamento di politica, divenendo segretamente il più solido sostenitore di Luigi XVI e di Maria Antonietta.

Morì a Parigi, il 2 aprile 1791, di una malattia che fece anche pensare ad un avvelenamento, ma la causa della sua morte è in genere considerata la sua vita dissoluta. Poco prima della morte era stato eletto presidente dell’Assemblea Nazionale. Il suo corpo fu trasferito in gran pompa al Pantheon di Parigi, dove rimase fino al 12 settembre 1794. Tuttavia la scoperta di documenti segreti, nel novembre 1792, rivelò i suoi continui contatti clandestini con il re e la sua corte: con la speranza di divenire ministro di una monarchia costituzionale, aveva prodigato consigli e dato informazioni. Le sue spoglie furono quindi rimosse dal Pantheon e, su volontà della sorella, la salma del conte venne trasportata ed inumata nel Cimitero di Clamart, in una tomba anonima. Nonostante alcune ricerche sul luogo, condotte nel 1889, dove sorgeva il cimitero, il corpo non fu più ritrovato; secondo alcune testimonianze, tempo dopo la sepoltura nel cimitero, i resti mortali vennero nuovamente riesumati da ignoti e gettati nelle fogne di Parigi.

Mirabeau era anche chiamato L’oratore del popolo.