Sieyès Emmanuel Joseph

1748 - 1836

Sieyès Emmanuel Joseph

ID: 4070

Autografi

Emmanuel Joseph Sieyès (Fréjus, 3 maggio 1748 – Parigi, 20 giugno 1836) è stato un abate e politico francese, personaggio che svolse un ruolo importante negli eventi rivoluzionari che cambiarono la storia della Francia e del mondo. Abile politico, sopravvisse indenne ai vari soprassalti della rivoluzione.

Prete costituzionale, vicino alle idee illuministe moderate e membro del gruppo degli idéologues, fu duramente criticato da avversari politici come Edmund Burke, a causa della sua grande influenza sulle decisioni dell’Assemblea Nazionale, tale da farlo considerare il “teorico della rivoluzione”Scrisse infatti, tra il 1788 e il 1789, tre pamphlet in cui descrisse il programma politico di eliminazione dei privilegi nobiliari e di ascesa del Terzo Stato, in vista degli Stati generali del 1789 che si riveleranno a sorpresa l’inizio della rivoluzione.

Biografia

Periodo 1748-1787

Emmanuel Joseph Sieyès nacque nel 1748 a Fréjus, nel sud della Francia, in una famiglia borghese: suo padre, esattore delle tasse reali, pensava che la miglior scelta per il futuro di suo figlio fosse la carriera ecclesiastica.

Il giovane Joseph si dedicò agli studi senza vocazione venendo ordinato sacerdote nel 1772. Poco dopo divenne canonico di Tréguier e successivamente cancelliere della cattedrale di Chartres nel 1787, continuando tuttavia a preferire la filosofia alla religione. Studioso del pensiero di Voltaire, era attratto dalle nuove idee degli enciclopedisti, che iniziò a frequentare durante i suoi viaggi a Parigi, dovuti alla carica di consigliere alla camera sovrana del clero che ricopriva.

Nonostante mettesse per iscritto le proprie riflessioni, in gran parte legate alle sue letture di politica, non pubblicò nulla fino al 1788.

Periodo 1788-1791: il teorico della Rivoluzione

Sieyès, David d’Angers (1838).

Nel 1788 si stabilì definitivamente a Parigi, dove si dedicò con passione alla vita politica. Nell’inverno tra il 1788 e il 1789 pubblicò finalmente tre pamphlet che divennero notissimi e che tratteggiarono alcune idee chiave dei futuri rivoluzionari. Il primo pamphlet, Saggio sui privilegi, è del novembre 1788 e costituisce un attacco alla nobiltà. Il secondo tratta degli Stati Generali che stavano per essere convocati, e di come questi avrebbero dovuto diventare una “Assemblea nazionale”. Tuttavia Sieyès passò alla storia con la terza pubblicazione, nel gennaio 1789: Qu’est-ce que le Tiers Etat?(“Cos’è il Terzo Stato?”): in questo opuscolo Sieyès si scagliava di nuovo contro la nobiltà e proclamava convintamente che i rappresentanti del Terzo Stato dovessero porre le basi per un nuovo regime. Si ricorda la celeberrima frase: “Che cos’è il Terzo Stato? Tutto. Che cos’è stato finora nell’ordinamento politico? Nulla. Che cosa desidera? Diventare qualcosa”.

Fondò con i suoi amici il club di Valois e fu eletto deputato agli Stati Generali. Grazie alla sua autorevolezza Sieyès svolse un ruolo fondamentale nella trasformazione degli Stati Generali in Assemblea Nazionale e si oppose, insieme a Mirabeau, all’ordine del re di sciogliere l’assemblea il 23 giugno 1789.

Membro del club dei giacobini, fece adottare all’assemblea il suffragio censuario (ottobre del 1789): l’assemblea con questo auspicava un regime dove tutti i cittadini eleggessero direttamente i loro rappresentanti.

Aveva aderito subito alla costituzione civile del clero (1790), incorrendo così, per decisione di Papa Pio VI (1791), nella sospensione a divinis con successiva riduzione allo stato laicale, decisa per tutti i preti costituzionali che non avessero abbandonato la Rivoluzione (in più il pontefice emanò la scomunica per i vescovi “rivoluzionari”). Sieyès sarebbe comunque incorso nella stessa situazione anche senza tale decisione, in quanto aderente alla massoneria.

Periodo 1792-1798

Nel 1792 venne eletto deputato alla Convenzione Nazionale e benché favorevole alla riabilitazione di una monarchia costituzionale, votò comunque a favore dell’esecuzione del re Luigi XVI.

Durante il Terrore, anche se qualcuno l’accusava di esserne uno dei responsabili, Sieyès riuscì a defilarsi e passare in secondo piano.

Successivamente fu eletto membro del Direttorio e occupò molte cariche pubbliche e diplomatiche, tra cui quella di ambasciatore della Repubblica francese in Prussia. Nel 1797 subì un attentato ad opera di un monarchico, che non gli perdonava il voto a favore della condanna a morte nei confronti di Luigi XVI: la grande emozione popolare che ne seguì gli permise di presentarsi agli occhi dei parigini come uno dei fondatori della Repubblica.

Periodo 1798-1836

Napoleone nella sala del Consiglio dei Cinquecento

Il 16 maggio 1799 Sieyès fu eletto al Direttorio, in sostituzione di Reubell. Eclissando Barras, Sieyès divenne la personalità più importante del Direttorio ed iniziò a preparare con Joseph Fouché e Napoleone Bonaparte il colpo di Stato del 18 brumaio.

Con la costituzione dell’anno VIII, Napoleone Bonaparte sostituì il direttorio con il consolato e nominò Sieyès console provvisorio nonché supervisore di due commissioni costituzionali. Dopo la nuova modifica della costituzione, Sieyès si ritirò dal consolato ed entrò al Senato nel quale fu però progressivamente emarginato dalle più importanti funzioni pubbliche.

Nominato nel 1809 “conte dell’impero”, dopo la caduta di Napoleone Bonaparte fu accusato dai suoi avversari politici di regicidio. Di conseguenza decise di partire in esilio e si stabilì a Bruxelles per tutto il periodo della Restaurazione.

Tornò a Parigi solo dopo la rivoluzione del 1830. Si ritirò allora definitivamente dalla politica e morì nella capitale all’età di 88 anni. Fu sepolto nel Cimitero del Père-Lachaise.

La tomba di famiglia Sieyès al Cimitero del Père-Lachaise.

Massone, fu membro della Loggia parigina “Les Neufs Soeurs”, del Grande Oriente di Francia.